Volo di vele

05.12.2013 17:04

Al Golden Palace Hotel di Torino, presentazione di Volo di vele. L'Eneide di Virgilio, ALFA Edizioni, febbraio 2014.

 

Volo di vele recupera sin dal titolo la suggestione del mare “velivolum” (Aen. I, 224) per narrare in prosa l’avventura di Enea, eroe insicuro e triste, l’avventura di Virgilio, poeta di greggi e di campi coinvolto in una missione che sentiva troppo più grande di lui, e l’avventura di un libro che non è finito, che avrebbe dovuto essere distrutto e invece è la pietra miliare della letteratura antica e moderna.

Per questo il testo si sviluppa su più livelli:

· la riscrittura in prosa rispetta dal punto di vista strutturale la scansione originaria dei dodici libri del poema e incorpora a livello della narrazione quelle informazioni di carattere storico e geografico che normalmente verrebbero messe nelle glosse a piè di pagina, così che la lettura risulti fluida e non “scolastica”;

· il romanzo è arricchito da tavole illustrate riprese dalle acqueforti del romano Bartolomeo Pinelli (1781-1835) e sceneggiate come un racconto a fumetti, con i versi originali del poema (in traduzione italiana);

· le mappe inserite nei punti di snodo della vicenda permettono di collocare gli avvenimenti narrati, cogliendo a colpo d’occhio quanto siano profondi i legami, non solo toponomastici, tra la nostra Italia di oggi e il racconto di Virgilio;

· il corpo della narrazione si alterna a frammenti di un carteggio epistolare ascritti ai personaggi reali che facevano parte della cerchia virgiliana. L’espediente permette di inserire e mascherare le notizie (alcune delle quali avvolte dalla leggenda) desunte dalle scarne biografie virgiliane che il mondo classico ci ha trasmesso (Svetonio, Elio Donato, Servio).

Questo andirivieni tra la storia di Enea e la storia di Virgilio finisce per illuminare le sfaccettature umane di entrambi, e proprio queste, più ancora di quelle epico-avventurose, sono la vera ragione per la quale si può trascorrere volentieri tante ore in timida compagnia di Virgilio, e per cui vale ancora e sempre la pena di leggere l’Eneide.

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